Problema di mentalità.
- Matteo MedFrequentatore
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Problema di mentalità.
Da Under ho vinto molti, molti tornei, e anche qualche quarta categoria, basando tutto il mio gioco sul non sbagliare MAI.
Avevo meno forza, ero ragazzino, e quel modo di giocare mi ha spinto a vincere quasi sempre.
Purtroppo mi rendo conto che adesso, per giocare a livello di terza categoria questo non basta, e dovrei lasciar andare via il braccio, cosa che in palleggio o in esercizi al cesto con il maestro riesco a fare, ma in partita no.
Che sia un tie break a 15, che sia un set con mio zio, o con amatori, la mia testa mi blocca e mi dice di giocare come quando ero Under, ossia non sbagliare mai, perché tanto alla fine il punto arriva. Ma questo era vero fino alla quarta categoria/o bassa terza categoria.
Come faccio a cambiare mentalità? Vi giuro che non riesco proprio mentalmente ad accettare che certi punti potrei rischiare che la palla vada fuori.
- OspiteOspite
Re: Problema di mentalità.
- Matteo MedFrequentatore
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Re: Problema di mentalità.
Ho una ottima fase difensiva, ma sono veramente poche le fasi di gioco in cui comando io lo scambio, ma non per un problema tecnico, ho proprio paura di chiudere.VANDERGRAF ha scritto:non sbagliare mai paga sempre, ma evidentemente bisogna vedere cosa significa per te non sbagliare mai. se un avversario ti tira angolato e non riesci a difenderti stai sbagliando, se ti tira forte e non riesci a rimandare la palla in modo efficace stai sbagliando e così via. devi solo allenarti alle varie situazioni di gioco, quando sarai consapevole dei tuoi mezzi potrai gestirli al meglio. se non tiri mai forte è comunque un errore perchè i punti vanno chiusi anche per merito tuo, sia sul servizio che in altre circostanze.
- DinosauroS&VFrequentatore
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Re: Problema di mentalità.
opzione A, quello che sei tu ora "non perdo"
opzione B, quello che potresti essere "vinco"
tu stesso senti la necessita' del passaggio...
preferisci continuare a non perdere o vuoi vincere?
Essere solidi non significa non sbagliare mai (aiuta) ma fare quello che deve essere fatto al momento giusto.
Quando ho inziato a giocare, vista la mia attitudine alla rete mi dissero, che un buon giocatore Serve and Volley non chiude il punto a rete ma fa' il punto a rete = devi falro tu il gioco.
Il mio suggerimento e' procedi per gradi, scegli una situazione di gioco o un colpo che ti da sicurezza e ogni volta che ti ci trovi, aggredisci, qualcuna la sbaglierai ma altre entreranno... e un po' alla volta inserisci le altre situazioni o gli altri colpi.
Se vuoi vincere devi essere tu a farlo perche' nessuno ti regalera' nulla soprattutto amuentando di livello.
Comunque divertiti, prova e esci dalla tua "Confort Zone"
in bocca al lupo
- Matteo MedFrequentatore
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Re: Problema di mentalità.
Crepi il lupo e grazie del consiglio, l'ho apprezzato molto.
- philo vanceUtente attivo
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Re: Problema di mentalità.
il problema e' semplice:salendo di categoria sale il ritmo del gioco ed e' li' devi migliorare...aumentare il ritmo del palleggio ,con l 'allenamento ovviamente, nn snaturare il tuo tennis cercando soluzioni estemporanee che nn senti tue...e quando riuscirai ad elevare il ritmo ti verranno in automatico anche le chiusure che saranno + facili
tutto questo nn si raggiunge agitando la bacchetta magica ma colpendo tante tante palline...
- maurotreviUtente attivo
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Re: Problema di mentalità.
è frustrante e per nulla facile, in compenso ne esco quando "non ho nulla da perdere" quindi spesso faccio belle rimonte salvo poi rifaticare quando il punteggio diventa paritario.
- Matteo MedFrequentatore
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Re: Problema di mentalità.
Indubbiamente peró come dici te dovrei aumentare la velocità dei piedi e di braccio oltre che di testa, e questo si ottiene solo con L'allenamento.
- Matteo MedFrequentatore
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Re: Problema di mentalità.
Anche secondo me è la parte più difficile del gioco, quella che ti fa fare il vero salto di qualità.maurotrevi ha scritto:ti capisco, pur avendo dei colpi che mi permetterebbero di comandare gli scambi con gli avversari che incontro solitamente, spesso gioco a non sbagliare lasciando molte più possibilità all'avversario. la cosa peggiore è il blocco nelle chiusure facili dopo aver costruito bene il gioco.
è frustrante e per nulla facile, in compenso ne esco quando "non ho nulla da perdere" quindi spesso faccio belle rimonte salvo poi rifaticare quando il punteggio diventa paritario.
- albs77Fedelissimo
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Re: Problema di mentalità.
Anche cose del tipo toppone sul rovescio a buttar fuori l'avversario e quando lo vedi che si arrampica , invece che stare dietro ad aspettare, vai su ed intercetti con smash o volee di chiusura.
Insomma delle variazioni che ti permettano di sfruttare i vantaggi che magari già ti crei con la tua attuale solidità.
- framanFedelissimo
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Re: Problema di mentalità.
Il tennis si basa sulla memoria muscolare. Tralasciando quali sono i meccanismi fisiologici che non sono ancora del tutto chiari, dal punto di vista meccanico è l'instaurarsi di una via nervosa preferenziale fra le milioni possibili che viene registrata in un chip. Quando si colpisce, l'impulso nervoso registrato fa si che il muscolo agisca automaticamente ripetendo il gesto corretto. Ho semplificato il tutto ovviamente, ma il concetto è questo.
Il pallettaro, chiamiamolo cosí ma non in senso dispregiativo, che fa ? Semplicemente estremizza questo concetto e basandosi su una buona forma fisica usa questo impulso registrato semplificandolo al massimo. Cose da un punto di vista tecnico semplicissime e ripetute all'infinito. Massima sicurezza, rischi ridotti al minimo, memoria muscolare su pochissimi gesti registrati e straregistrati, per cui molto affidabili.
Il giocatore più fantasioso è in grado di memorizzare più rapidamente la via nervosa preferenziale, ovvero è in grado di percorrere molte più vie, ma lo fa in maniera più labile. In pratica, a parità di capacitá complessiva di memorizzare del pallettaro il poter usufruire di molte più vie le rende peró meno sicure. Da qui l'eterna lotta fra chi memorizza poche vie, ma molto sicure e chi usa molte vie, ma meno sicure.
Detto questo, il far correre di più la palla come vorresti, significa memorizzare altre strade, perché se per tirare piano occorre una via nervosa, tirare forte significa memorizzarne altre 10, perché la palla che ti arriva e quella che vuoi tirare esige l'essere trattata in 10 maniere differenti, non più una sola. In pratica il margine di rischio aumenta e il numero di vie programmate deve per forza aumentare. E questo anche se vuoi continuare a fare il pallettaro, ma che tira forte, chiamiamolo attaccante regolarista da fondo.
Ok, allora mi dici tu che in allenamento ci riesci e in partita di torneo no. Si vero questo è normale, perché ? Perché ogni via nervosa è soggetta a pressioni, e ogni pressione interferisce con il corretto uso della via preferenziale. Anche se non te ne accorgi le pressioni a cui sei soggetto sia fisicamente, sia tecnicamente, sia mentalmente sono molto più elevate in partita e in torneo che in allenamento col maestro. Il che significa che al cesto devi sbagliare l' 1-2 % per poter poi in partita che conta sbagliare il 10-20%.
Tutto questo per dire che non è un discorso di mentalità, ma un discorso di allenamento, non sai tirare forte se non lo fai sotto una pressione maggiore di quella che devi affrontare in allenamento. Il cambio di mentalità è proprio quello di rendersi conto che "non lo sai fare" è che devi registrare nel chip molte più strade di quelle che hai fatto sin'ora. E per farlo si può solo ripetendo e ripetendo il gesto tecnico, il che significa allenarsi di più.
Mai dire " in allenamento lo só fare in partita no perché mi emoziono" o cose del genere, si ok rari casi di questo tipo ci sono, ma bisogna dire "non ho registrato a sufficienza il movimento nel chip per poi essere in grado di poterlo fare con sicurezza" visto che per farlo bisogna usufruire di più memoria e più vie nervose da percorrere.
- OspiteOspite
Re: Problema di mentalità.
Analisi: riprendere in mano il peso consueto con cui giocavo mi ha riacceso l'interruttore. Dopo quella partita mi sono fermato un mese perchè la voglia era di un quindicenne ma i 48 anni ci sono tutti.
Il percorso è più semplice di quel che si pensa: obbligatoriamente con istruttore/maestro/tecnico (gli amici hanno solo voglia di sparacchiare palline e non ti aiutano!)
1) tanti cesti di palline dritto e rovescio per ricordare "il tuo movimento";
2) palleggio libero con intento di salire gradatamente d'intensità e pressione
3) D E C O N T R A Z I O N E: se sei contratto dall'altra parte non passa niente.
Ma il fondamentale è ricordare, molte volte si è contratti per paura di sbagliare cercando di modificare/compensare il colpo all'ultimo momento. Niente di più sbagliato e nocivo oltre che insensato. Io ho elaborato questo: non riesco a giocare con telai leggeri; sto iniziando a sentire la necessità di alzare la tensione delle corde per non andare lungo; e sto giocando di nuovo con un telaio rigido; tradotto sto recuperando la memoria: ultimo telaio con cui ho fatto danno Prince CTS precision 90 320/31 ra 70 14x18 nylon tensione 30 kg; attuale ZUS 310/31,5 ra 70 16x19 ra 70 rip control 24/23 ma prossimamente 26/25 sennò vado lungo.
In poche parole: scegli il telaio che ti ricorda meglio il tuo gioco, non modificare solo per cambiare il tuo stile, ricorda il tuo stile e parti da quello, senza complicarti la vita. Cesti infiniti prima tutto dritto e poi tutto rovescio, ma a tutto spiano. Solo l'allenamento che vuol dire: stesso telaio, stessa corda, stessa tensione per percepire la pallina al 100%; aumentare intensità in modo progressivo ma sempre e poi allenamento anche senza campo, non dimentichiamo che "metti la cera togli la cera" funziona sempre.... e buon tennis a tutti.
- kingkongyVeterano
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Re: Problema di mentalità.
Mi permetto di aggiungere che non mi è chiarissimo cosa intenda con "in allenamento, invece, mi riesce". Non mi è chiaro se intende il colpo (singolo) o un atteggiamento "complessivamente" più aggressivo (ovvero dare pressione).
Perché se si tratta di colpo singolo, il "vincentone"....allora meglio che continui col braccino. Se invece stiamo parlando di una "marcia in più"...beh, che si prepari un paio di "schemi", in modo da attivare il chip mentale e la memoria muscolare "per uno scambio". Questo potrebbe dare il conforto del"questo lo so fare a memoria e ad occhi chiusi". Ovvero del riflesso condizionato e non del semplice riferimento fisico del "click: tiro al 100%".
Ovviamente proposta: il maestro sei tu...
- OspiteOspite
Re: Problema di mentalità.
Deve fare ricordare secondo me... i colpi sembra che ci siano ma "frenati".kingkongy ha scritto:Framan, mi sei piaciuto moltissimo in questa allegoria! Che poi è tecnica.
Mi permetto di aggiungere che non mi è chiarissimo cosa intenda con "in allenamento, invece, mi riesce". Non mi è chiaro se intende il colpo (singolo) o un atteggiamento "complessivamente" più aggressivo (ovvero dare pressione).
Perché se si tratta di colpo singolo, il "vincentone"....allora meglio che continui col braccino. Se invece stiamo parlando di una "marcia in più"...beh, che si prepari un paio di "schemi", in modo da attivare il chip mentale e la memoria muscolare "per uno scambio". Questo potrebbe dare il conforto del"questo lo so fare a memoria e ad occhi chiusi". Ovvero del riflesso condizionato e non del semplice riferimento fisico del "click: tiro al 100%".
Ovviamente proposta: il maestro sei tu...
- Matteo MedFrequentatore
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Re: Problema di mentalità.
No, sono stato frainteso.kingkongy ha scritto:Framan, mi sei piaciuto moltissimo in questa allegoria! Che poi è tecnica.
Mi permetto di aggiungere che non mi è chiarissimo cosa intenda con "in allenamento, invece, mi riesce". Non mi è chiaro se intende il colpo (singolo) o un atteggiamento "complessivamente" più aggressivo (ovvero dare pressione).
Perché se si tratta di colpo singolo, il "vincentone"....allora meglio che continui col braccino. Se invece stiamo parlando di una "marcia in più"...beh, che si prepari un paio di "schemi", in modo da attivare il chip mentale e la memoria muscolare "per uno scambio". Questo potrebbe dare il conforto del"questo lo so fare a memoria e ad occhi chiusi". Ovvero del riflesso condizionato e non del semplice riferimento fisico del "click: tiro al 100%".
Ovviamente proposta: il maestro sei tu...
Non si parla di torneo o allenamento, io ho i mezzi tecnici per tirare forte e vincente, ma in qualsiasi partita, che sia anche un set di allenamento, mi viene da non sbagliare invece di provare il vincente.
- OspiteOspite
Re: Problema di mentalità.
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaallora è un altro discorso... ti serve gonna fly now [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] oppure eye of the tiger [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]Matteo Med ha scritto:No, sono stato frainteso.kingkongy ha scritto:Framan, mi sei piaciuto moltissimo in questa allegoria! Che poi è tecnica.
Mi permetto di aggiungere che non mi è chiarissimo cosa intenda con "in allenamento, invece, mi riesce". Non mi è chiaro se intende il colpo (singolo) o un atteggiamento "complessivamente" più aggressivo (ovvero dare pressione).
Perché se si tratta di colpo singolo, il "vincentone"....allora meglio che continui col braccino. Se invece stiamo parlando di una "marcia in più"...beh, che si prepari un paio di "schemi", in modo da attivare il chip mentale e la memoria muscolare "per uno scambio". Questo potrebbe dare il conforto del"questo lo so fare a memoria e ad occhi chiusi". Ovvero del riflesso condizionato e non del semplice riferimento fisico del "click: tiro al 100%".
Ovviamente proposta: il maestro sei tu...
Non si parla di torneo o allenamento, io ho i mezzi tecnici per tirare forte e vincente, ma in qualsiasi partita, che sia anche un set di allenamento, mi viene da non sbagliare invece di provare il vincente.
- kingkongyVeterano
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Re: Problema di mentalità.
Ben diverso è costruire uno scambio "in pressione", con velocità e pesantezza di palla eterogenei. Intendo dire - ricollegandomi proprio ai click muscolari e al chip nel cervello del tennista medio - che giocare "in progressione" (in palleggio) e' relativamente facile ed è il metodo per capire i propri margini (tecnici e fisici) prima di arrivare al fuorigiri del motore. In partita e' molto molto improbabile che ciò avvenga....
Framan ha spiegato benissimo come a te manchi il "click". Questo non significa che tu non sappia tirare una spada ....ti manca l'attivazione automatica della modalità "questa ti mette in difficoltà e vedi dopo cosa ti rispondo"....!
- OspiteOspite
Re: Problema di mentalità.
- Matteo MedFrequentatore
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Re: Problema di mentalità.
Devo semplicemente iniziare con abnegazione a provare quei colpi in allenamento anche contro natura, affinché il mio cervello si indirizzi in quella via e lo memorizzi.
- maurotreviUtente attivo
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Re: Problema di mentalità.
bene io ho giocato tutto il tempo a "passargli" la palla centralmente faticando ad angolarla oppure portandolo fuori con la prima senza riuscire a chiudere con il campo aperto. un nervoso che a momenti spacco la racchetta......
però alla fine ho vinto
- kingkongyVeterano
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Re: Problema di mentalità.
- philo vanceUtente attivo
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Re: Problema di mentalità.
solo cosi si acquisisce la piena padronza dei colpi e la massima fiducia nel tirarli che ti permette di uscire dal campo avendo dato il meglio di se stessi,che in fin dei conti e' il massimo a cui aspirare
- OspiteOspite
Re: Problema di mentalità.
sintetico, preciso e diretto!!!philo vance ha scritto:io in estrema sintesi ribadisco:colpire,colpire ,colpire
solo cosi si acquisisce la piena padronza dei colpi e la massima fiducia nel tirarli che ti permette di uscire dal campo avendo dato il meglio di se stessi,che in fin dei conti e' il massimo a cui aspirare
- framanFedelissimo
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Re: Problema di mentalità.
Matteo Med ha scritto:No, sono stato frainteso.kingkongy ha scritto:Framan, mi sei piaciuto moltissimo in questa allegoria! Che poi è tecnica.
Mi permetto di aggiungere che non mi è chiarissimo cosa intenda con "in allenamento, invece, mi riesce". Non mi è chiaro se intende il colpo (singolo) o un atteggiamento "complessivamente" più aggressivo (ovvero dare pressione).
Perché se si tratta di colpo singolo, il "vincentone"....allora meglio che continui col braccino. Se invece stiamo parlando di una "marcia in più"...beh, che si prepari un paio di "schemi", in modo da attivare il chip mentale e la memoria muscolare "per uno scambio". Questo potrebbe dare il conforto del"questo lo so fare a memoria e ad occhi chiusi". Ovvero del riflesso condizionato e non del semplice riferimento fisico del "click: tiro al 100%".
Ovviamente proposta: il maestro sei tu...
Non si parla di torneo o allenamento, io ho i mezzi tecnici per tirare forte e vincente, ma in qualsiasi partita, che sia anche un set di allenamento, mi viene da non sbagliare invece di provare il vincente.
in gergo si dice che hai il braccio preso
sarà capitato un po' a tutti che dopo una sessione di diagonale di un'ora o magari piú non riesce l'accelerazione e ci vuole un po' di tempo per ritrovarla, o magari si deve tornare il giorno dopo per riuscirci.
Accelerazione e colpo di palleggio (anche spinto) hanno bisogno di movimenti leggermente diversi, anche molto diversi a volte tipo Nadal. L'attitudine quando ti avvicini e prepari il colpo è quella da palleggio e ti viene naturale farlo con quello che più sei abituato. Anche qui la memoria c'entra.
Sezioni finali di 20 minuti di over drive, si tira fuori limite di scala, in rosso, alternate da sezioni che possono arrivare a 40 minuti in cui si cura particolarmente il cambio di ritmo, due diagonali e sparata di lungolinea o viceversa, due parallele e una diagonale vincente.
Il resto ti verrá da solo, quello che si fa in allenamento dopo un po' si trasferisce naturalmente in partita senza nemmeno volerlo.
- kingkongyVeterano
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Re: Problema di mentalità.
Comunque....interval training a parte...intendevo proprio qualcosa del genere (in proporzione). Diciamo almeno "pane e Nutella ma ci sono anche i ciccioli, la coppa di testa e due piadine per stuzzichino....".