quanto dura un telaio??????

Promemoria primo messaggio :

considerando che..

- sono un 4a cat bassa

- ho due Babolat Aerostorm tour GT

- facendo una media, gioco circa 3,5 ore a settimana

- faccio incordare i due talai circa ogni 40/45 giorni (di calendario)

- NON rompo mai le corde

.... servono altri dati???

esiste una durata "massima" oltre la quale i telai cominciano a deteriorare???

Raff...qui frega tutto. Io leggo anche le istruzioni per l'uso della carta igienica...!

La cosa folle è... che [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]

Come si suol dire, un'opera "fronte e retro"....!!!

Anche la mia era una estremizzazione nei confronti di KK, dico però che i materiali agiscono a livello di risposta impulsiva nel momento dell'urto, dunque i tentativi con le diverse scoperte che la tecnologia mette a disposizone ben vengano, ne abbiamo viste a tonnellate di queste cose, dal materiale piezoelettrico della serie intelligence, al tungsteno della serie TT della Prince, alle nanotecnologie della serie Ncode della Wilson, dal D30 allo Youtek, al Basalto ed ora la Grafene e chi più ne ha più ne metta, ma........in questo sport, dovendo colpire una pallina con un attrezzo generando un URTO ELASTICO c'è poco da fare se si continua a togliere MASSA dalle racchette con la scusa di irrigidirle quà e là con qualsiasi diavoleria di materiale di ultima generazione che dopo due anni sparisce.....

Io sono il primo ad augurarmi che questo nuovo materiale possa risolvere il problema della stabilità della racchetta in tutti i suoi assi durante l'urto evitandoci pesanti customizzazioni post vendita, dovute anche alla pessima qualità costruttiva delle racchette.

Ecco magari affrontiamo questo discorso....a cosa servirà il grafene se poi continueremo ad avere in negozio racchette esteticamente uguali ma con 10-12 grammi di differenza l'una dall'altra perchè manca grafite e devo compensare con piombo e silicone?????

Oppure magari manca proprio il grafene perchè il cinese di turno si dimentica di metterlo ed il cinese che dovrebbe controlalre non controlla, ed è chiaro che non controlla, così come è chiaro che non controllano la Head, la Wilson o la Babolat etc....

Il grafene, che mi sembra un materiale molto delicato e che dovrebbe richiedere un adeguato processo di conservazione e stoccaggio, dove e come lo conservano nei magazzini cinesi????

Poi ci preoccupiamo di tenere le nostre racchette nell'armadio a temperatura costante perchè altrimenti la grafite, cioè il carbonio, soffre.......

insomma facendo 2 calcoli, uso da 2 anni e mezzo una coppia di aeropro drive gt, avranno almeno 30 incordature ciascuna... sono da rottamare?

locanton ha scritto:insomma facendo 2 calcoli, uso da 2 anni e mezzo una coppia di aeropro drive gt, avranno almeno 30 incordature ciascuna... sono da rottamare?

Sono come un maratoneta di 90 anni....

spalama, tutte le tecnologie applicate (quando lo sono veramente...) portano/hanno portato vantaggi.
Quando questi non sono stati superati, sono ancora integrati nella costruzione: non è che sia sparito l'nCode dai telai Wilson, è stato integrato dal basalto (e lo sarà in futuro da altre tecnologie), né il microgel, o l'Innegra dalle Head anche se lo sarà il d3o nei nuovi telai, ma solo perchè -per zona e composizione- va rispettivamente a sovrapporsi ed essere inferiore di prestazioni...
Come per l'Innegra, non mi preoccuperei di conservazione e stoccaggio perchè il contratto di utilizzo di certe tecnologie prevede l'intervento "fisico" di tecnici delle case produttrici.
Ed in quanto alla qualità della produzione cinese, se certe voci che mi giungono alle orecchie sono solo al 20% vere, non troppo nel futuro ne vedremo delle belle....

Che composizione aveva la tecnologia wilson precedente alla K da essere cosi pericolosa e ritirata subito dal mercato, cosa aveva sbagliato la wilson nell'utilizzo del carbonio prima dell'entrata in uso della Karophite black ?!?

Ho deciso che misurerò la frequenza di vibrazione del telaio delle mie Rebel (con la solita app che fa pure quello). Poi posto i risultati nell'apposito thread e decidiamo dopo quanto devo farle via! Non sapevo che misurasse lo sfibramento sta cosa... pensavo la rigidità. Che poi in effetti alla fine è lo stesso...

Frear... Tu fai incordare la racchetta con il solito armeggio alla solita tensione. Poi appoggi il cuore all'orecchio e pizzichi le corde nei vari punti: centro dello SS, periferia etc... Cerca di abituarti a un certo suono, una certa permanenza delle vibrazioni. Poi ripeti l 'operazione in base al ciclo di vita delle corde. Noterai come cambia il suono (frequenza e tempo di vibrazione).
Questo ti aiuterà a capire quando la tua racchetta ti racconterà "come sta" e se è stanca.
Squillante e veloce quando è in grande forma; cupa e lunga nel suono quando è anzianotta.
Si fa così quando si parla alla racchetta... Hehehehe

@newborn, la tecnologia nCode non era sbagliata concettualmente, bensì progettualmente.
L'idea era ottima: riempire i "buchi" creati dall'intreccio delle fibre di carbonio -che al tempo non erano così "ordinati" come nelle attuali ed erano composti da filamenti di sezione maggiore- con delle nanoparticelle di SiC (silicio di carburo, ovvero ceramica metallica) in modo da rendere più compatto l'insieme.
Il procedimento funzionava...lo sweetspot ne risultava ingrandito, la robustezza strutturale aumentata..almeno così pareva.
Ma gli ingegneri della casa di Chicago (come quelli della NASA per gli Shuttle) non avevano fatto i conti con l'uso su superfici non piane ed angoli opposti di tale tecnologia, oltre al fatto degli shock costanti ed irregolari...
In soldoni: il telaio era si più stabile, efficiente e duraturo...ma quando il SiC si faceva strada tra i meno robusti filamenti di carbonio, in pratica si "tirava dietro" gli stessi, con cedimenti disastrosi ed improvvisi soprattutto nei punti in cui le forze applicate scaricavano su angoli a curvature contrapposte, come gli attacchi della gola e dei bracci del telaio verso il manico.
Non era raro al tempo vedere telai con crepe in tali posizioni non già "a capello" come normale in telai già parecchio usati/sfibrati, ma addirittura slabbrate ed irregolari e con microfilamenti a vista.
Ciò produceva talvolta cedimenti catastrofici tipo testa della racchetta che letteralmente si piegava e financo si staccava..ma quel che è peggio, essendo stata interrotta la continuità strutturale delle fibre, lo shock da impatto veniva trasmesso in maniera quasi totale alle articolazioni con i risultai che è facile immaginare...
La cosa era tanto più marcata quanto più l'ovale era importante/rigido, ed in effetti su telai più piccoli (quale la "Federer") i lati positivi erano maggiori di quelli negativi e la durata e la resa decisamente sopra la media.
Non a caso si è sempre vociferato che le racchette dello svizzero nel tempo siano in realtà tutte delle ncode con foratura cambiata e pj adattato alla "moda del momento", cosa mai confermata ma neppure facile da smentire...

Come vedi caro Master, tutti tentativi alla cieca basati su intuizioni teoriche, senza che nessuno studi a fondo il funzionamento reale di un telaio durante il gioco.

Anche nei famosi libri americani sulla tecnologia del tennis si parla sempre su basi teoriche e con gli attrezzi in versione statica.

La realta' del tennis, se lo analizziamo freddamente, e' che si gioca con le corde, non con il telaio.

Il telaio non e' altro che un reggicorde che ha la funzione di sostenere il reticolo all'impatto assorbendo e scaricando sul braccio che lo sostiene le tensioni del reticolo nell'urto con la pallina.

Purtroppo si e' sempre partiti dai materiali che si hanno a disposizione per fabbricare una racchetta che nel tempo, se la vai a ben guardare, e' quasi sempre la stessa.

Si dovrebbe partire invece con un serio studio di ingegneria per capire quale sia la sezione migliore della Trave curva che sostiene le corde (o se vuoi i cavi in analogia con un ponte ad esempio) e poi quale sia la sezione migliore per sostenere questa trave curva considerando le forze di trazione, flessione e torsione a cui la struttura intera e' sottoposta.

Dopodiche' si industrializza il prodotto con i materiali piu' idonei, non e' detto che il carbonio lo sia, ma qualcuno ha deciso cosi' a suo tempo e cosi' e' fino ad oggi.

Sai meglio di me che le racchette da competizione (non quelle che ci vendono), oltre ad essere identiche a se stesse da almeno 20 anni (parlo di Prestige o PT57, Pro Staff Classic oppure 90) spesso sono solo fatte di ottima grafite senza ulteriori menate tecnologiche.....e questo lo chiamiamo studio, ricerca progresso????

Beh, se avanza un pezzo di nCode...lo riutilizzo per fare i dischi freno nuovi della Panda (gli stessi della F1)...

Scusa Mario, ma la "polvere di stelle", rinomata come eccellente ABRASIVO, a cosa avrebbe dovuto servire, come elemento strutturale di rinforzo? Ovvero una "pasta" da mettere in autoclave con il carbonio per irrigidire proprio le parti che andava a smerigliare?

Sulla carta l'idea era eccellente...
Pensa che un mio conoscente vorrebbe fare una racchetta elettronica: in base al programma...irrigidire alcune parti orientando magneticamente le molecole. Un po' come le sospensioni della Ferrari.... Sulla carta....

Sarebbe bello farlo dinamicamente Microchip integrato con mappatura dei vari irrigidimenti a seconda dei colpi (servizio, dritto, rovescio, volée).

E se qualcuno pensa di fregarmi questa idea in futuro....ci metto questo

Parassita !

spalama ha scritto: le racchette da competizione (non quelle che ci vendono), oltre ad essere identiche a se stesse da almeno 20 anni (parlo di Prestige o PT57, Pro Staff Classic oppure 90) spesso sono solo fatte di ottima grafite senza ulteriori menate tecnologiche.....e questo lo chiamiamo studio, ricerca progresso????

Personalmente, avendo appena scelto la nuova racchetta, ho preso la Rebel non solo xkè mi trovavo a giocarci, ma perché è semplicemente in grafite e adotta l'unica vera novità tangibile degli ultimi vent'anni: ossia i buconi. Mi pare un prodotto con molta sostanza e poco marketing.

Ripeto, non è sempre marketing, talora le intuizioni sono buone e vengono poi integrate da altrettanto buone o migliori; ciò che manca è una base progettuale, e questo a causa di tempi ristretti e -purtroppo- marketing.
Non a tutti conviene iniziare a studiare la serie seguente prima ancora di aver lanciato -e venduto- la precedente, anche perchè prima che arrivi il feedback dall'utente finale (ovvero quello che i soldini li tira fuori di suo) passa del tempo, e gli uffici marketing spingono per nuove idee, nuove grafiche, nuovi contratti.
Il tempo che resta per migliorare quanto c'è e sfruttarlo al meglio...spesso non c'è proprio, ed allora si va all'antica, ovvero come dicono a Parigi, a botta di c**o..

Si avrebbe tutto il tempo necessario per provare una tecnologia se non ci fossero scadenze fisse e sodate nel tempo di presentare un nuovo modello ogni 2-3 anni ( il solo pensiero di aver preso la blade tour solo 3 anni fa e sentirla gia vecchia di due generazioni mi fa un po strano e mi rode un pochino ) ma è una catena fatta di anelli indissolubili tra loro....nuova tecnologia= nuova pubblicità, nuovo lavoro a migliaia di operai, marchio sempre sula cresta dell'onda e per finire si va a stuzzicare la voglia di coloro i quali vogliono sempre l ultima moda per il gusto di sfoggiarla. Alla fine è una teoria che si applica al mercato in toto, i qualsiasi ambito e cultura.

newborn84 ha scritto:Si avrebbe tutto il tempo necessario per provare una tecnologia se non ci fossero scadenze fisse e sodate nel tempo di presentare un nuovo modello ogni 2-3 anni ( il solo pensiero di aver preso la blade tour solo 3 anni fa e sentirla gia vecchia di due generazioni mi fa un po strano e mi rode un pochino ) ma è una catena fatta di anelli indissolubili tra loro....nuova tecnologia= nuova pubblicità, nuovo lavoro a migliaia di operai, marchio sempre sula cresta dell'onda e per finire si va a stuzzicare la voglia di coloro i quali vogliono sempre l ultima moda per il gusto di sfoggiarla. Alla fine è una teoria che si applica al mercato in toto, i qualsiasi ambito e cultura.

Una coppia di K Blade Tour le ho anch'io...ma perchè cambiarle x un nuovo modello e paintjob quando IN GIOCO sono meglio queste "vecchie"... io ho 3 Head PRO TOUR 630 made in Austria...stai sicuro che finchè NON SI DISINTEGRANO stanno con me...

Io ne ho una sola ma la vizio un po troppo, a seconda della stagione la metto ora da una parte ora da un altra, per evitare che prenda troppa umidità d inverno o troppo calore d estate, manca solo che le costruisco una serra a temperatura costante

E' una racchetta...non un sigaro!
Lo dice uno che conserva le racchette avvolte nei fogli di carta di giornale per assorbire l'umidità...

Attenzione a dove le riponi dopo, non vorrei che durante una pulizia primaverile finiscano nel bidone carta e cartoni non solo perdi i telai ma anche la multa per materiale non indicato sulla targhetta del bidone

Le racchette son sempre state in camera da letto. hehehehehheheh
Le corde nei contenitori Tuppeware con il silca gel. I telai nella carta di giornale. Le racchette incordate nella carta di giornale e silca gel nel fodero.
Tutto sotto il letto. Tutte le tabelle di set up racchetta per racchetta.... Uno sforzo disumano per un casinista impunito come me!

Comunque, adesso che mi ci fai pensare.... aiutooooooo!!!!!!!

Almeno nel tennis sembri tutto tranne che casinista, ma per quanto le racchette possono fidarsi di te e del tuo amore per loro c è sempre la donna in casa che DEVE fare pulizia per un lontano e primordiale senso del dovere....corri corri a controllalre sotto il letto che io vado a vedere nell armadio se tra le magliette estive c è ancora il mio tesoro

KK stai attento . Sei sicuro che sotto il letto ci sia ancora qualcosa e non inutili vestiti di tua moglie