Tutto fa esperienza

Arrivo al campo. Ha piovigginato tutto il giorno, ma ora il tempo sembra essersi dato una sistemata.
Entro, c'è ancora il pallone qui nel brumoso nordest, e inizio la partita. Dopo mezz'ora, il diluvio. Poi lo tsunami. Poi, al culmine della furia degli elementi, una serie di scrosci che rendono l'interno del pallone cheto e silente come la pit lane di Monza in pieno gippì.
La chiusura del pallone comincia a mostrare qualche incertezza e, in due degli angoli, si formano dei vezzosi laghetti.
Con mia grande sorpresa, scopro che le Slazenger Wimbledon Ultra Vis Hydroguard non rendono al meglio se intrise d'acqua. In compenso provo la soddisfazione di giocare con una pallina stealth, praticamente indistinguibile dal campo su cui rimbalza (poco).
Finiamo l'incontro, guado il vialetto, entro in auto asciutto come DiCaprio nel finale di Titanic, infilo la chiave nella macchina, parte l'autoradio e, giuro, stavano passando i Credence, con John Fogerty che bercia "have you ever seen the rain" a squarciagola.
Credo che qualcuno voglia dirmi qualcosa, ma non so che cosa...

Boskov ti direbbe:
"tennis è quando cielo non piove"

Raffus ha scritto:Boskov ti direbbe:
"tennis è quando cielo non piove"

La mia impressione è di aver ricevuto un invito subliminale che, traslato dall'estense idioma, suona all'incirca "È meglio se ti dedichi alla lippa".

*Se non avessi famigliarità con la lippa, nobile antesignano del baseball noto anche com "Bàc e pandòn", puoi trovare qualche informazione su [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]